Quando un collega, uno “del giro” insomma, se ne va, il primo sentimento è di incredulità.
A prescindere dal fatto che si trattasse di un amico, di un semplice conoscente o anche di un “nemico”, se di nemici è lecito dire in questo mestiere.
Personalmente parlando Davide Oltolini, che a soli 48 anni è mancato oggi per un malore, era appunto solo un conoscente, uno dei tanti con i quali il lavoro ti porta a incrociarti ripetutamente senza che per forza si diventi più intimi.
Ma era anche un volto noto, uno che l’ambiente che frequentiamo noi di Aset lo conosceva bene e a sua volta lo frequentava con assiduità.
Così come molti di noi conoscevano lui.
Inevitabile quindi che la sua scomparsa lasci un vuoto e riporti tutti con i piedi per terra, a quel sano senso della misura da cui troppo spesso andiamo a distaccarci per inseguire missioni degne, forse, di miglior causa.
Ci eravamo visti e salutati qualche mese fa.
Alla famiglia le mie condoglianze e quelle di tutti i soci di Aset.
Stefano Tesi